Una villa ad Accra, Ghana. Un ribaltamento delle linee energetiche delle nostre latitudini, ma non solo. Le aspettative e le esigenze cambiano insieme alle tecnologie adottabili. Il terreno a disposizione è relativamente piccolo per le ampie esigenze della committenza, che tende qui ad occuparlo quasi totalmente. I motivi sono diversi e tutti comprensibili: sicurezza, oggettiva invivibilità dell’aria aperta per buona parte delle ore del giorno, deregulation urbanistica quasi totale che permette di occupare più o meno liberamente il territorio, creando così gravi problemi di privacy sui lotti adiacenti. Ecco perché l’edificio è stato sviluppato come un insieme compatto, a formare una sorta di corte autonoma che ha sì la funzione di schermatura solare ma contemporaneamente quella di protezione dagli sguardi indiscreti dei vicini. Si crea un cortile privato, anzi intimo, quasi un giardino d’inverno reso così vivibile per buona parte dell’anno.
Gli stessi temi impongono poi delle scelte interne molto marcate: su tutti, l’interpretazione dell’ala notturna come zona protetta, blindata, quasi una panic wing che ci consente però, al piano terreno, di liberarci ed aprirci senza eccessivi condizionamenti.